di Stefania Monteverde, assessore alla cultura
Ascoltate più di 200 persone, associazioni, imprese, istituzioni, ordini professionali, liberi cittadini, giovani e meno giovani; organizzati otto appuntamenti; inviate 2000 mail. Sono alcuni dei numeri di “Macerata Che Sarà”, la campagna d’ascolto che l’amministrazione comunale di Macerata ha promosso con l’obiettivo di ascoltare e confrontare le tante visioni di città. E’ stata una straordinaria esperienza di co-working politico. Le riunioni si sono svolte nei luoghi della politica, in municipio, nella sala giunta e in quella del consiglio comunale, perché la città non è affare di pochi ma è responsabilità di tutti. La partecipazione non è stata ridotta alla virtualità di un click sul “mi piace”. La partecipazione si è realizzata nella relazione tra le persone, nel dialogo delle differenze, con chi ha accettato di intervenire e ha pubblicamente espresso la propria visione di città, con gli amministratori, quelli che concretamente faranno le scelte, che qui hanno ascoltato attenti idee, stimoli, proposte. Un’esperienza di polis con l’obiettivo di tracciare insieme la visione strategica della Macerata desiderabile, quella in cui vivere e far crescere i figli.
Ne esce il desiderio collettivo di una città-paesaggio, inserita nel contesto naturale del territorio in cui sta e con cui dialoga. Accessibile a tutti, dove vivere in sicurezza, tecnologica e innovativa per facilitare le relazioni umane, che fa della cultura il suo welfare e la sua economia, che sa riconoscere in chi viene l’ospite inatteso chiunque esso sia, turista studente migrante lavoratore, che sa dare ai giovani spazi di creatività per inventare se stessi, dove risiedere studiare e lavorare, da dove comunicare con il mondo. Questa è la domanda di città che emerge. Adesso va costruita insieme, una costruzione partecipata.
La prima occasione è il bando regionale ITI – Investimenti Territoriali Integrati, 17 milioni di fondi europei che la Regione Marche investe sullo sviluppo urbano, un’opportunità importante a cui la città aspira fortemente. Presenteremo il nostro progetto, ma il laboratorio-Macerata è più ambizioso: guarda a tutta la programmazione dell’Europa 2020. Siamo consapevoli: stiamo costruendo la città del prossimo decennio.
La visione che appare all’orizzonte è quella di una “micro senseable city”, come sintetizza Massimiliano Colombi e il team della Innothink che hanno coordinato la campagna d’ascolto e con cui si lavora per la progettazione. L’idea può essere interpretata a Macerata come opportunità di laboratorio urbano per costruire una città sostenibile nella mobilità, tecnologica nei servizi urbani, capace di avviare nuove filiere produttive legate alla creatività culturale e al recupero del patrimonio storico e architettonico.
Nell’ultimo incontro della campagna d’ascolto, sul palco del Teatro Lauro Rossi, abbiamo dato spazio ai visionari, quelli che attraverso le arti e le imprese hanno lo sguardo sul futuro. Adolfo Guzzini, imprenditore, dice: “Ripartite dalle luci”. Dante Ferretti, scenografo da premio Oscar, suggerisce: “Una città di luci sulla bellezza che c’è, un nuovo skyline di luce”. Morden Gore, writer artista, ha dipinto Macerata che sarà con il volto stupendo di una ragazza: insolito, intenso, profondo, ricco d’animo, lo sguardo chiaro in avanti. L’immagine simbolo della campagna d’ascolto è “La motocicletta” che Ivo Pannaggi dipinse nel 1926 ed è nei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, un manifesto del secondo futurismo e di Macerata città della cultura.
Da tanti stimoli emerge chiara la città che desideriamo: attenta all’altro, capace di guardare in profondità davanti a sé, aperta al nuovo, dinamica. Una città illuminata.